Intervista con Sal Pantalone
Salvatore Pantalone nacque nel 1924, il quartogenito in una famiglia con altri tre maschi e una femmina. I genitori, Rocco (Fred) e Antoinetta Pantalone nacquero rispettivamente negli Abruzzi e nel Lazio, ma si conobbero e si sposarono ad Ottawa, Canada. Fred, il padre di Sal era vigile del fuoco ad Ottawa e combattè per limitare i danni causati dal fuoco che scoppiò nel 1916 negli edifici del Parlamento canadese. Il padre era molto dedicato alla carriera e fu promosso ben due volte per arrivare ad essere il Sottotenente Fred Pantalone, ma questo creò delle gelosie e della discriminazione - e come risultato, la macchina di Fred fu graffiata con un grande chiodo durante un avvenimento serale del dipartimento. Sal ci spiega che il padre fu terribilmente demoralizzato e imbarazzato quando, nel giugno 1940, davanti ai suoi uomini e ancora in divisa, fu arrestato e ammanettato. Il padre fu internato al Campo Pteawawa per circa sette mesi e quando tornò a casa trovò che la sua carriera come vigile era finita. Era affranto dopo aver scoperto che i membri del sindacato avevano votato al 100% contro il suo ritorno al posto di lavoro; e sia il sindaco di Ottawa sia il Capo dei Vigili del fuoco non riusirono a fargli riavere il posto, offrendo come spiegazioni: "Beh, Fred, non possiamo riprenderti a lavoro, potresti bombardare la stazione di polizia." Sal aggiunge che l'evento più traumatico per i bambini era vedere il padre, i capelli ora grigio bianco dal nero che erano, al suo rientro a casa dopo il rilascio sedersi su una sedia e piangere. La famiglia soffrì economicamente data la perdita dell'impiego del padre, e perciò Sal si arruolò nella Marina canadese all'età di 16 anni per aiutare a sostenere la famiglia. Fu offerta anche a Fred una posizione con la Marina, e dopo la guerra, questo portò Fred alla carriera con lo Stato Maggiore canadese a Washington dove lui e la moglie vissero felici per molti anni. Sal crede che il padre non fu vittima delle azioni del Governo Canadese, ma piuttosto "vittima dell'Italia che dichiarò guerra contro noi." Il padre ricevette una lettera di scuse dal giudice Hyndman nella quale sostiene che Fred era innocente e che non sarebbe dovuto essere internato.