L’ascesa del fascismo
Il fascismo glorifica lo stato, il nazionalismo, la guerra e l'impero. Questa filosofia politica di estrema destra emerse in Italia attorno alla fine della prima guerra mondiale.
Nel 1919, in Italia iniziarono occupazioni di terre e fabbriche in un tentativo di portarle sotto il controllo dei lavoratori. Gli agrari e gli industriali chiesero al Presidente del Consiglio dei Ministri Giovanni Giolitti di riportare l'ordine. Quando Giolitti non agì con la durezza richiesta, questi poteri organizzarono bande armate di camicie nere, così chiamate per il colore della camicia che indossavano come uniforme. Queste squadre di camicie nere formarono la base del fascismo italiano. Col crescere dell'influenza del fascismo in Italia, in particolare dopo la Marcia su Roma, il re Vittorio Emanuele III invitò Benito Mussolini, capo del Partito Nazionale Fascista (PNF), a formare il governo in ottobre del 1922.
Fin dall'inizio, il regime di Mussolini usò la violenza e l'assassinio per zittire le opposizioni. Nel 1924, una squadra del PNF assassinò il deputato socialista Giacomo Matteotti per i suoi discorsi antifascisti. Quattro anni più tardi furono messi fuorilegge tutti gli altri partiti e abolita la libertà di stampa.
I capi di governo dei paesi occidentali sembrarono ignorare questi fatti. Nel pieno della Grande Depressione, il fascismo parve una risposta efficace alle difficoltà economiche e alla minaccia del socialismo. Di fatto però l'Italia non fece meglio degli altri paesi nel corso degli anni Trenta.
Nel suo diario, William Lyon Mackenzie King descrisse Mussolini come «un uomo davvero rimarchevole per genio e bontà di scopi; un grande patriota».” (The Diaries of William Lyon Mackenzie King, 27 settembre 1928, 271) E all'inizio degli anni Trenta, Winston Churchill definì Mussolini «il genio romano... il più grande legislatore tra gli uomini». (Winston S. Churchill, Volume V: Prophet of Truth, 1922-1939, 456-457)
Queste opinioni positive su Mussolini cambiarono dopo l'invasione dell'Etiopia nell'ottobre del 1935. In risposta, la Lega delle Nazioni approvò sanzioni economiche contro l'Italia. Le sanzioni furono per lo più inefficaci.